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09/02/2011



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TRADUCTION DE "CÉLÉBRATION DE L'ESPÈCE" (extrait de "Il y a des choses que non" Ed. Bruno Doucey

Claude BER "Célébration de l'espèce" traduction Viviane CIAMPI


CELEBRAZIONE DELLA SPECIE


Come tutti quelli della mia specie, vorrei celebrare la mia specie. Perché la mia specie celebra tutto di tutto della mia specie.
La mia specie celebra la felicità e il dolore della sua specie, il dolore e il piacere della sua specie.
La mia specie celebra la nascita, la morte, le età, le separazioni, le rimpatriate della sua specie. La mia specie celebra la gioia, l'estasi, la sofferenza, la follia, l'orrore, i crimini della mia specie. La mia specie celebra i santi, gli artisti, i poeti, gli scienziati, i saggi, gli eroi, i re, i profeti, i falsi profeti, i boia, i martiri, i tiranni, i criminali della mia specie.
Così è la mia specie che celebra qualsiasi cosa della sua specie, che si rallegra tanto per la vita quanto per la morte della sua specie.

Poiché la mia specie è una specie che distrugge la propria specie.
La mia specie si estingue nel nome del male così come del bene, del passato come dell’avvenire della sua specie. La mia specie massacra la mia specie nel nome delle sue terre, dei suoi dei, del suo oro, delle cose in cui crede così come delle sue incredulità.
Tutto viene inghiottito nella carneficina della mia specie per mano della mia specie. La mia specie è il miglior alleato della morte e delle sofferenze della sua specie. La mia specie squarta la mia specie nel nome dell'amore, della libertà, della giustizia, della verità e di tutti i paradisi antichi e futuri della specie.
La mia specie devasta la mia specie nel nome dell'umanità così come dell'inumanità della mia specie. La mia specie inquina ciò che inventa di più sacro nel letame della mia specie.
E la mia specie uccide e tratta le altre specie come la propria specie.
La mia specie accumula gli animali che mangia in capannoni dove marciscono vivi e imprigiona nei campi dove marciscono vivi i membri della sua specie. La mia specie violenta le donne e i bambini della sua specie. La mia specie impicca, fucila, bombarda, gasa, smembra, scuoia, pugnala gli uomini, le donne e i bambini della sua specie.
Così è la mia specie più sanguinaria e maligna di qualsiasi altra specie.
Anche i maiali hanno una maggiore parcella divina nella loro pelle rispetto alla mia specie. Anche i maiali hanno più probabilità di conquistare l'eternità rispetto alla mia specie, che tormenta ogni specie, compresa la propria specie.
Come si può celebrare una specie così dannosa come la mia specie? Una specie dimentica e avida che si sottomette ai peggiori della sua specie e annienta i migliori della sua specie per poi celebrarli.
Poiché la mia specie si riscatta e acquista la sua umanità celebrando le vittime della mia specie e i frammenti di luce che illuminano la notte della mia specie fanno da perdono alla crudeltà della mia specie.
Bisogna essere una specie dissennata come lo è la mia specie per credere che un dio onnipotente possa assolvere i suoi crimini contro la sua specie. Devi essere squinternato come lo è mia specie per immaginare che un qualunque infinito possa somigliare a colui che inventa a sua immagine la ferocia della mia specie.
Perché la mia specie usa i suoi dei per condannare a morte i membri della sua specie. La mia specie può lodare il creatore di ogni specie e poi, dopo le sue preghiere, crocifiggere, lapidare, sgozzare in nome suo altri membri della mia specie.
Come credere agli dei della mia specie che sono dei defecati dal cervello guasto della mia specie?
La fessura d'infinito che attraversa il nome di dio nella mia specie è ridotta alle dimensioni di letamaio della mia specie. E nessun dio può far risorgere l'anima della mia specie assassinata dalla mia specie.
Così è la mia specie che fa indossare ai suoi dei il porcile della mia specie.

Chi salverà la mia specie dalla mia specie? Una specie che si abbevera di omicidi è una specie condannata alla non-eternità della sua specie.
L'anima della mia specie si scioglie come un cubetto di ghiaccio nelle mani sanguinanti della mia specie trascinata dalla paura e dalla passione della morte. Poiché la mia specie trascorre la maggior parte della sua vita accumulando ricchezze e preghiere contro la morte e sottraendosi alla vita per donarsi alla morte. La mia specie spende tesori di intelligenza per convincersi che la morte è la vita e la vita è la morte. La mia specie ha vergogna del desiderio e della vita, a cui preferisce la putrefazione della morte. La mia specie preferisce insultarsi attraverso gli organi e gli atti del piacere della propria specie piuttosto che accettare la morte.
La mia specie ha una perversione dell'anima infinitamente più grave delle perversioni del povero corpo animale della mia specie. Devi essere squilibrato come la mia specie per seppellirti vivo nella morte e consacrare la tua vita alla morte.
Ma così è la mia specie che preferisce le smanie della sua mente malata alla fragilità mortale del suo corpo.

Doppia e duplice è la mia specie che sevizia il corpo animale della mia specie per paura della morte e si consola della morte contro la carne animale della mia specie.
Perché la mia specie si rifugia tra le mammelle delle madri della sua specie e tra le braccia e le cosce degli altri membri della sua specie per dimenticare la morte.
La mia specie smembra i corpi delle madri della sua specie, abbatte gli anziani della sua specie, squarta le donne della sua specie, strappa i coglioni degli uomini della sua specie e poi brandisce questi trofei per accattivarsi la morte.
La mia specie può cullare i suoi bambini con occhi di cerbiatta al mattino, andare a sventrarne altri due ore dopo e poi lavarsi il sangue dalle mani al rubinetto prima di coccolare di nuovo la progenie della mia specie.
La mia folle specie, spaventata dal tempo esiguo del suo corpo, preferisce morire la sua vita anziché vivere la breve durata del suo corpo.
La mia specie terrorizzata dalla morte, si fionda nella morte per paura della morte.
La mia specie scava nella propria carne il solco della morte.
E l'anima della mia specie precipita nel buco del culo della morte.
Così è l'instabilità spaventosa della mia specie impastata di nubi e fango e che riempie di fango e nuvole la fossa della morte.

Sono infinite la stupidità e l'orgoglio della mia specie che sacrifica la mia specie alla sua voracità di beni durante la sua vita e alla sua voracità di sopravvivenza dopo la morte.
Devi essere rimbambito come lo è la mia specie per distruggere la terra, imporre a se stessa una tassa sulla distruzione della terra e continuare a distruggerla fino alla propria morte.
Devi essere accecato come lo è la mia specie per non vedere che la terra e l'universo se ne fottono della mia specie.
Ma l'immensità della presunzione e dell'imbecillità della mia specie è l'unico infinito accessibile alla mia specie.
La mia specie fa della sua vita il culo della morte.
La mia specie asciuga il suo futuro sullo zerbino della morte.
Tutta la vitalità della mia specie si consuma nel riempire la pancia della morte. Nel colmare il buco del ventre della morte attraverso la morte.
E la morte trabocca nella vita della mia specie, copre la vita della mia specie, seppellisce sotto di sé la vita della mia specie.
La morte gode nella mia specie.
Così celebrare la mia specie significa celebrare la morte.
Se potessi, uscirei dalla mia specie, ma sono della stessa specie degli altri membri della mia specie.
Come tutti quelli della mia specie, lodo e vitupero la mia specie. Il mio terrore di fronte alla crudeltà della mia specie fa di me un membro comune della mia specie, che si distingue per l'amore e l'odio della sua specie.
Come tutti i membri della mia specie, faccio parte di quella specie che soffoca e abbraccia, benedice e maledice i membri della sua specie.
L'unica via d’uscita per un membro della mia specie consapevole della pericolosità della propria specie è immolarsi o farsi giustiziare dalla propria specie. L'unica via d’uscita escogitata dai membri lungimiranti della mia specie per sfuggire alla vergogna e alla fatalità della mia specie è essere condannati a morte dalla propria specie.
Così i membri della mia specie benevoli nei confronti della mia specie non hanno altra scelta se non tra l'omicidio e la morte.

Doppia e duplice è la mia specie che celebra in egual modo la distruzione e il sacrificio dei membri della propria specie.
Duplice e doppia è la mia specie che protegge e soffoca contro il suo petto i membri della sua specie.
Giacché la mia specie stringe nelle sue mani le mani della mia specie. La mia specie accoglie nel tepore delle pieghe del suo corpo i corpi della mia specie. La tenerezza della mia specie benda le ferite della mia specie. La mia specie apre disperatamente il suo cuore e l’anima alla mia specie. La mia specie illumina la notte della mia specie.
Ma così grande è la versatilità volatile della mia specie che è sufficiente un truciolo d'unghia affinché s’inchini nuovamente di fronte alla morte.
Così è la mia specie che impasta il pane della vita e condivide quello della morte.
La sete di pace della mia specie è una festuca di paglia smantellata dalla violenza della mia specie. L'animalità umana della mia specie è una lacrima annegata nel torrente dell'inumanità umana della mia specie. La dedizione della mia specie è un pugno di terra strappato al continente di spietatezza della mia specie. L'onda d'amore della mia specie è una goccia d'acqua nell'oceano di malvagità della mia specie. Il coraggio della mia specie davanti alla morte è un granello di sabbia davanti alla vigliaccheria della mia specie che si dedica alla morte donando la morte alla propria specie.
Poiché la mia specie ha inventato mille modi per assassinare la mia specie, ma non ha trovato un solo modo per amare di continuo i membri della propria specie.
Amare la propria specie è al di sopra delle forze della mia specie.
Tutte le risorse di fratellanza e compassione della mia specie, tutta la capacità di sentire e di pensare della mia specie sono insufficienti per riuscire ad amare continuamente una tale specie.
È necessario essere un gioiello della specie per non denigrare una specie così limitata e distruttiva come la mia specie. Ecco perché la mia specie celebra i gioielli della sua specie che riescono a non disonorare la loro specie.
Ma la mia specie è troppo invidiosa e gelosa per celebrare da vivi i gioielli della sua specie. La mia specie celebra soltanto da morti i benefattori della sua specie e si purifica dalle sue infamie attraverso il rimorso.
Così è la mia specie mentre adora il rimorso e i profeti del rimorso che le ordinano di pentirsi per meglio sottomettersi alla morte. Così è la mia specie sempre vincitrice alla lotteria della morte.
Il cuore della mia specie è il carnaio metafisico della morte.
Ma nel suo cuore la mia specie non smette di piangere la sua morte e i suoi morti.
Questa è la mia specie che piange le vittime e i morti di cui è riempita la storia della mia specie.
Questa è la mia specie che celebra il midollo della vita nell'osso della morte.
La mia povera specie soffre della malattia e del dolore della morte.
La mia infelice specie impaurita dalla morte si getta follemente tra le braccia della morte. La mia specie abietta sta morendo per aver nominato la morte.
Come celebrare questa drammatica specie che si dibatte mortalmente nel proprio terrore della morte?
Come celebrare la ribellione della mia specie soggiogata dalla mia specie, la risata cosmica della mia specie di fronte all'irresponsabilità della mia specie, la rivolta tenace della mia specie contro la tirannia della mia specie, la dolcezza delicata della mia specie oltraggiata dalla brutalità della mia specie, la resistenza inflessibile della mia specie torturata dalla mia specie, la dignità della mia specie umiliata dalla mia specie, i tesori d'intelligenza della mia specie sperperati dalla stupidità della mia specie, la generosità della mia specie consumata dall'avarizia della mia specie, l'ingegnosità della mia specie deviata dalla rapacità della mia specie, la potenza della mia specie sommersa dall'impotenza della mia specie, la lucidità della mia specie annientata dalla cecità della mia specie, la grandezza della mia specie corrotta dalla piccolezza della mia specie, la speranza della mia specie soffocata dalla disperazione della mia specie, la ribellione ostinata della mia specie schiacciata dalla mia specie, i pianti della mia specie guidati dalla mia specie nella valle della morte.

Traduzione dal francese di Viviane Ciampi



TRADUCTION DE "PUTAIN ÇA PUE" (extrait de "La Mort n'est jamais comme" Ed. Bruno Doucey)

Putainçapue Claude Ber (La Mort n'est jamais comme, éd, Bruno Doucey, 2019)
Traduction en italien Marilyne Bertoncini



cazzocipuzza

Sporcizia sul treno, bagni puzzolenti intasati di piscio e pezzi imbrattati di graffiti
e un ragazzo circa dieci anni accovacciato che batte il pugno urlando oh cazzocipuzzacazzocipuzza
nello scompartimento lo stesso odore di urina e di scarpe intorno a due vecchie appostate in un angolo e l'odore di paté misto a quello di sudore
il ragazzo ha detto cazzocipuzzacazzocipuzzacazzocipuzza
e la madre
ma tesoro, è paté, la gente mangia.
cazzocipuzzacazzocipuzza
Forza tesoro, andiamo oltre.
cazzosecipuzzacazzocipuzza
la grassa inglese mangia il suo sandwich al pâté mentre legge un bestseller internazionale
le panche del vano sono strappate
fuori il cielo ceruelo al coltello
e identico il mare
il ragazzo:
cazzocipuzzacazzocipuzza
un uomo al cellulare:
Pronto Anna-Maria, Anna-Maria! Soledad, il blu come un banchetto che nessuno guarda. Anna-Maria, los ojos de Anna-Maria
Fanculomerdacipuzza, il ragazzo di nuovo e l'uomo "Anna-Maria de la mia vida"
la carrozza puzza di calzini sporchi e d'inguine
sulla porta del comportamento "vafanculo culano!" ""Succhiami il cazzo stronza"
e il ragazzo cazzocipuzzacazzocipuzza
la madre: tesoro mio, vieni tesoro mio
sulla pagina del bestseller internazionale una donna allarga le gambe
l'inglese piega la fessura con il pollice
"Anna-Maria la tua pelle come la notte appena intuita quando cala la sera e"
cazzocipuzzacazzocipuzza il ragazzo ancora
e il cielo che scorre capovolto nello specchio ed uguali il mare e l'onda dei rami frustati
e questo quando lo vedo, è la mia vita più che mai come ci sarà
Ricordo allora l'oddio del linguaggio finalmente era soltanto questo, la paura nel linguaggio come una spina dorsale piegata
e per dodici ore scappando dal ragazzo: puttanacazzovafanculo

il mare la morte grazie







Lundi 3 Juillet 2023
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cb
22/11/2010